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ALTRI REPERTI DI ETÀ MEDIEVALE E MODERNA

COLUBRINA IN BRONZO


N. rif. MUSAS

CAPCOL-49

N. inv.

Descrizione

Cannone in bronzo, da attribuire per le dimensioni alla classe delle colubrine.

Nei pressi dell’anello di culatta sporge, a tutto tondo, una decorazione zoomorfa interpretabile come un grifone.

La parte detta rinforzo è danneggiata a causa dell’esplosione della carica. L’esterno del rinforzo è campito da un reticolo di losanghe con superficie leggermente incavata.

Nell’area superiore compresa tra gli orecchioni compare la seguente iscizione latina a rilievo:

ARCI * DE * CO

MI IBVS

OPVS

che si può sciogliere con “Opera di Marco di Conti”, un fonditore veneziano attivo nella prima metà del XVI secolo.

Anche la parte della volata è abbondantemente decorata. Oltre a motivi geometrici vi compare uno scudo con croce in capo, contenente tre probabili spighe che escono da un monte a tre cime; lo scudo è accompagnato sui fianchi e alla sommità da quattro anse a nastro e regge in alto al centro un elemento vegetale a foglie lanceolate, mentre due lettere G maiuscole si dispongono a poca distanza dai suoi lati. L’identificazione del casato rappresentato nello stemma è stata favorita dalla già sicura origine veneziana del pezzo; l’emblema si riferisce infatti alla nobile famiglia dei Garzoni, un ramo della quale passato nel XIII secolo da Bologna a Venezia, vi guadagnò cospicue sostanze e cariche pubbliche esercitandovi l’attività di prestito bancario.

L’appartenenza di questo pezzo d’artiglieria all’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, a causa di un ulteriore emblema presente più avanti lungo la volata, indica che il committente del pezzo potrebbe essere identificato con fra’ Zaccaria Garzoni.

Poco sopra lo stemma appena descritto e subito prima della gioia di bocca compaiono i numeri romani intercalati da rosette M * D * XVIII, indicanti l’anno di fusione del pezzo cioè il 1518.

La gioia è composta da una modanatura curva decorata da foglie di acanto.

Misure

Lungh. convenzionale (dalla gioia di bocca all’anello di culatta) cm 280, calibro mm 120

Materiale

Bronzo

Collocazione

Cortile esterno Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna (in restauro)

Provenienza

Capo Rizzuto

Datazione

1518 d.C.

Degrado biologico

Il reperto bronzeo è ricoperto per circa la metà della sua superficie da bioincrostazioni di spessore variabile e colorazione biancastra costituite da organismi vegetali ed animali. Tra questi ultimi particolarmente diffusa è la crescita di tubi calcarei appartenenti a policheti sessili riconducibili a diversi taxa. Ad essi sono associate colonie di briozoi e formazioni a coppa attribuibili a colonie di Antozoi (coralli).


Bibliografia

RIDELLA, LARATTA 2014, pp. 63-81

 

BIBLIOGRAFIA

Ridella G.R., Laratta F., 2014, Un cannone veneziano fuso nel 1518 per gli Ospedalieri di San Giovanni a Rodi, dal mare della Calabria (loc. Porticciolo, Isola di Capo Rizzuto – KR), in BELTRAME C. (a cura di) Archeologia dei relitti post-medievali, Archeologia Postmedievale 18, pp. 63-81.

Grande rilevanza assume il ritrovamento, nelle acque crotonesi, di una colubrina in bronzo del XVI secolo attribuibile al grande fonditore veneziano Marco di Conti. La sua scheda è consultabile in calce a questa pagina.