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ARA

Ara. Il pezzo è non finito. Presenta un corpo a sezione quadrata e vertice e base sporgenti e profilate in due sezioni ben delimitate e con profili differenti (rettilineo e ad arco di cerchio). Data la sua forma, non è da escludere una destinazione d’uso come cippo o come base di una statua.

Il manufatto presenta una duplice colonizzazione:
Epilitica (superficiale), costituita da incrostazioni biancastre prodotte da briozoi, vermi marini (Policheti serpulidi) e talli algali di colore bianco.

Endolitica (interna al marmo), costituita da perforazioni di varia forma e dimensione, riconducibili ad una bioerosione prodotta da spugne perforanti (immagine al centro e in basso a sinistra) che mediante un’azione meccanica e un attacco acido sono in grado di solubilizzare il carbonato di calcio. Questo tipo di degrado è fortemente dannoso per i materiali lapidei di natura carbonatica in quanto diminuisce la resistenza del materiale che può ulteriormente degradato dall’idrodinamismo dell’acqua e dall’abrasione dei sedimenti.

Orsi P. 1911, Crotone. Scoperte subacquee presso l’Heraeum, in Notizie degli Scavi, Supplemento, pp. 118-124.

Orsi P. 1921, Crotone. Nuove scoperte subacquee di marmi in parte scritti a Punta Scifo, in Notizie degli Scavi, pp. 493-496.

Pensabene P. 1978, A cargo of marble shipwrecked at Punta Scifo near Crotone (Italy), IJNA 7.2, p. 116.

N. rif. MUSASCAPCOL-02Misureh. m 1,40; lati parte sup. m 0,81 x 0,86; lati corpo m 0,63 x 0,63; lati base m 0,82 x 0,87;MaterialeMarmo del ProconnesoCollocazioneSabbiera interna Museo Archeologico Nazionale di Capo ColonnaProvenienzaRelitto Punta Scifo ADatazioneFine III – Inizi del IV sec. d.C.Share