Antonia Minore, nipote di Augusto, madre di Germanico e dell’imperatore Claudio, fu donna potente e influente della dinastia giulio-claudia.
La sua statua, rinvenuta sul fondo del Ninfeo imperiale sommerso di Punta Epitaffio, durante gli scavi subacquei dei primi anni Ottanta del Novecento, si ispirava a un celebre modello di V secolo a.C., quello della cosiddetta Kore Albani, opera della cerchia di Fidia, ma lo modificava secondo gli schemi di una Venus Genitrix (quella Venere, cioè, tradizionalmente legata alle origini della gens Iulia), con un piccolo Erote sulla spalla sinistra (i cui capelli e le cui ali erano stati probabilmente realizzati in metallo nobile, forse in lamina d’oro).
Il diadema, noto anche da altri due ritratti, da Cimiez in Francia e dal mercato antiquario romano, denota l’opera come postuma. L’Amorino era stato ricavato, con notevole virtuosismo tecnico, dallo stesso blocco della statua.
Statua di Antonia Minore dalle terme di Cimiez, presso Nizza (foto M. Stefanile)
La statua non presenta fenomeni di degrado biologico.
Andreae, B. 1982. L’immagine di Ulisse. Mito e archeologia. Torino: Giulio Einaudi Editore.
Andreae, B. 1983, Le sculture, in Zevi F., Baia. Il ninfeo imperiale sommerso di Punta Epitaffio. Banca Sannitica, pp. 54-56.
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